In occasione della terza edizione della Pink RAnning del 24 settembre (vedi news), facciamo il punto sulle attività del centro antiviolenza e sui numeri che esprimono in tutta la loro drammaticità, come il fenomeno della violenza contro le donne, anche a livello locale, abbia raggiunto e mantenuto negli anni vertici socialmente insostenibili.
Nell’anno 2022 il Centro Antiviolenza che opera nei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi ha accolto 375 donne vittime di violenza.
Questo numero rivela solo in parte l’entità del fenomeno in quanto è provato da indagini statistiche condotte da ISTAT negli ultimi anni come il sommerso rappresenti ancora oggi un dato più rilevante di quanto si immagini. Queste 375 donne sono in effetti solo la punta di un iceberg che stenta ad emergere a causa delle innumerovi difficoltà che si trovano ad affrontare le vittime di maltrattamenti.
Entrando nel merito dei dati di accoglienza possiamo rilevare che le caratteristiche della donna che si rivolge al nostro centro antiviolenza sono consolidate negli anni: quasi la metà delle donne accolte ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni.
Quasi una donna su 3, tra quelle che si sono rivolte al Centro Antiviolenza è di nazionalità straniera. Accolte prevalentemente donne italiane, dato costante negli ultimi anni e allineato con quello nazionale ISTAT del 2020 e 2021.
Dalla statistica si evidenzia una diminuzione delle donne occupate rispetto al 2021 (50%) e al 2020 (52,6%) anche se allo stesso tempo emerge una riduzione del numero di disoccupate (10%) a differenza dell’anno 2021 che erano il 17%. È importante evidenziare che le donne risultano occupate secondo la definizione che ci si è date nella compilazione. Il dato delle occupate risulta distorto in quanto include anche le donne che non si presentano oggettivamente occupate ma in realtà si arrangiano con lavori saltuari, precari e spesso in nero. Da qui discende che pur essendo occupate il loro reddito è spesso assolutamente insufficiente per garantirne l’autonomia.
Le forme di violenza esercitate sulle donne sono multiple e di varia natura e sono consolidate nel tempo, a conferma della struttura della violenza maschile sulle donne.
Le statistiche relative all’indicatore sulla relazione della donna con il maltrattante non lasciano dubbi: l’autore della violenza è quasi sempre il partner oppure l’ex partner. Questo significa nell’80% circa dei casi, la violenza viene esercitata da un uomo in relazione affettiva con la donna. Se a questo dato si aggiunge la percentuale dei casi in cui l’autore è un familiare si arriva alla quasi totalità. Il Centro Antiviolenza dispone, inoltre, per i casi in cui le donne sono in pericolo di vita, di 5 case rifugio ad indirizzo segreto. Nel solo anno 2022 sono state ospitate 18 donne e 24 bambini in percorso per uscire dalla violenza e recuperare la propria autonomia.
Dai dati sopra brevemente analizzati, risulta evidente come la violenza contro le donne sia ancora un fenomeno sociale estremamente radicato e come rivestano particolare importanza tutte le attività di sensibilizzazione e prevenzione.
È in quest’ottica che il Centro Antiviolenza collabora attivamente alla realizzazione della Pink RAnning nella convinzione che ogni momento di condivisione sul tema possa gettare le basi per un fattivo cambiamento.
In occasione della scorsa edizione, che ha visto la partecipazione di circa 2.400 persone, sono stati raccolti fondi che Linea Rosa ha destinato alle attività da svolgere in favore dei bambini e delle bambine ospiti delle Case Rifugio.
La violenza domestica porta con sé conseguenze estremamente rilevanti per i minori che assistono, indifesi, alle aggressioni tra i propri genitori, diventando di fatto vittime di violenza assistita. Questi episodi, specie se molto intensi e ravvicinati, rischiano di compromettere fortemente la crescita psicofisica dei bambini e delle bambine, che si ritrovano loro malgrado a dover affrontare una grande sofferenza fisica ed emotiva che può lasciare tracce perenni. In questo difficile quadro, può inserirsi una temporanea difficoltà delle madri nel fornire il supporto necessario ai figli e alle figlie, poiché già alle prese con la propria condizione complessa.
L’operatrice referente del Gruppo Minori, presente al Centro Antiviolenza, si inserisce quindi come figura incentrata sul percorso dei bambini e delle bambine che vengono ospitati insieme alle proprie madri all’interno delle Case Rifugio. Lo scopo principale è quello di supervisionare lo stato di benessere del minore e delle minori e, parallelamente, osservare il rapporto madre-figlio/figlia per rilevare eventuali criticità, connaturate o frutto della storia di violenza che accomuna i due soggetti. Pertanto, si lavora affinché i bambini e le bambine risentano il meno possibile del cambiamento, riuscendo a frequentare in sicurezza la scuola e a partecipare alle attività ludiche, sportive e sociali che già facevano parte della loro vita o che conoscono per la prima volta. Tutto questo per dare quanti più aspetti di “normalità” possibile, nel loro quotidiano.
Allo stesso tempo, si pone attenzione alla qualità e alle modalità in cui la madre attua il proprio ruolo nei confronti dei figli e delle figlie al fine di consentire alla diade di ritrovare un proprio equilibrio intrinseco, col supporto dell’operatrice. Tramite osservazioni sia dirette che indirette aventi per oggetto la relazione madre-figlio/figlia, l’operatrice può crearsi un quadro della situazione e fornire alla donna una restituzione cui fa seguito la condivisione di eventuali strumenti a supporto della donna.
Le osservazioni possono avvenire all’interno della casa o durante alcune attività organizzate all’esterno e coadiuvate dall’aiuto delle volontarie. Le volontarie rappresentano una grande risorsa per i bambini e le bambine e/o i ragazzi e le ragazze ospiti nelle Case in quanto si rendono partecipi ad alcune attività che diversamente non potrebbero aver luogo. Le volontarie si occupano, ad esempio, di fare babysitting quando la madre ha necessità lavorative o extralavorative, forniscono un “aiuto compiti”, recuperano i bambini e le bambine da scuola e li accompagnano alle attività sportive pomeridiane.
Un altro intento del Gruppo Minori è quello di favorire il ripristino del contatto tra padre e figli/figlie, qualora esso sia una figura adeguata e positiva per i/le minori. Insieme al lavoro operato dai Servizi Sociali, l’operatrice accompagna i/le minori agli incontri vigilati concordati in anticipo con i Servizi stessi. Generalmente sono appuntamenti settimanali o bisettimanali, a cui i bambini e le bambine partecipano volentieri. Infatti, se per loro dovessero esserci problematiche, resistenze o impedimenti di sorta, che impedirebbero una visita serena e piacevole per i minori, questo viene subito segnalato e insieme ai Servizi si cerca una soluzione alternativa.
Lo stesso principio si applica qualora non sia possibile per i bambini e le bambine incontrare il padre di persona ma solo in videochiamata. Questi appuntamenti servono all’operatrice per osservare l’interazione con l’altro genitore e avere quindi informazioni ulteriori sulle dinamiche affettivo-relazionali che il minore o la minore instaura con il padre.
Un altro compito dell’operatrice è quello di fare ai bambini e alle bambine ospiti un regalo di compleanno da parte dell’Associazione, sempre nell’ottica di farli sentire “visti” e “pensati” da una figura di supporto che è presente appositamente per loro. Lo stesso si è fatto con il regalo per Natale, la Befana e per la Pasqua.
Vengono inoltre organizzate uscite strutturate in pizzeria, al cinema o per spettacoli teatrali in cui è possibile osservare i minori e le minori durante le attività ludiche e nelle interazioni con i propri coetanei e le proprie coetanee.
Con i fondi raccolti dalla Pink RAnning è stato possibile finanziare molte di queste attività e sostenere i minori nei percorsi all’interno delle Case Rifugio.