2001-2011
Il secondo decennio è stato ricco di novità progettuali e cambiamenti metodologici. La stipula di una convenzione con il Comune di Ravenna, importante sia per risorse sia per durata, ha dato risposta in maniera concreta alle richieste delle donne e dei minori accolti e alla necessità di una migliore programmazione. Poter contare su una stabilità di risorse economiche, e di conseguenza di operatrici a tempo pieno, ha fatto la differenza, soprattutto per le vittime di maltrattamenti che hanno avuto risposte concrete e possibilità di ospitalità nelle case rifugio.
Negli stessi anni sono state gettate le basi per creare una rete di sostegno che interessasse tutti i soggetti, istituzionali e non, coinvolti nel percorso di uscita dalla violenza.
Sono stati anni bellissimi e complicati. La complessità del fenomeno ci imponeva di affrontarlo in modo completo, tenendo conto di tutte le implicazioni sociali, relazionali e sentimentali.
Un approccio differente da quello adottato per tutte le altre vittime di reato; per questo motivo eravamo, e siamo, consapevoli del nostro duplice compito di aiuto alle vittime e di lotta per il necessario cambiamento culturale.
Un progetto ambizioso e impegnativo che ancora oggi, dopo trent’anni, assorbe le energie di socie, volontarie e operatrici.
In quel decennio la parola chiave era: ESSERCI.
Esserci sempre in ogni situazione in cui veniva trattato il tema della violenza di genere, esserci nei contesti politici e istituzionali dove venivano proposti progetti, esserci per un confronto serrato con altri Centri (un rapporto sfociato nel Coordinamento regionale e nella Rete nazionale), esserci in eventi e manifestazioni dove fosse possibile portare la questione del maltrattamento familiare. E soprattutto esserci per dire alle donne, a tutte le donne, che il Centro Antiviolenza esisteva e poteva essere la risposta alla loro situazione di sofferenza.