In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2024, Linea Rosa ODV ha scelto di porre l’accento su una forma di violenza spesso sottovalutata: la difficoltà di conciliare vita professionale e familiare, un ostacolo che può trasformarsi in una vera e propria trappola per le donne che vivono situazioni di abuso. Un tema cruciale che richiede un’attenzione particolare e soluzioni concrete per garantire alle donne la loro indipendenza e libertà di scelta.
Se ne è parlato questa mattina, durante la conferenza stampa di inaugurazione della mostra urbana “Lavori in corso, un cantiere verso la libertà” e di presentazione del libro “Conciliazione tempi di cura e lavoro: nuove strategie territoriali” (scarica pdf), realizzato nell’ambito dell’omonimo progetto, promosso dal centro antiviolenza con la partecipazione dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
“L’idea di ‘Conciliazione tempi di cura e lavoro: nuove strategie territoriali’ nasce dall’osservazione quotidiana delle difficoltà che le donne vittime di violenza incontrano nel reinserimento lavorativo”, spiega la vicepresidente di Linea Rosa Monica Vodarich. “Attraverso il nostro sportello di accompagnamento al lavoro, abbiamo potuto constatare come spesso le aziende del territorio non dispongano di strumenti efficaci per la conciliazione. Per questo abbiamo realizzato un libro che raccoglie riflessioni e indicazioni utili sulle pratiche conciliatorie, che distribuiremo alle aziende del territorio. L’obiettivo è stimolare una riflessione concreta su un tema che è cruciale non solo per il futuro e la salute delle donne, ma per l’intera comunità”.
Nell’ambito del progetto, è stata realizzata un’azione di guerrilla urbana, volta ad attirare l’attenzione sulle quotidiane difficoltà vissute dalle donne sia in ambito familiare sia in quello lavorativo. Situazioni tali da rendere la gestione dei tempi di cura complessa e talvolta davvero molto frustrante.
“Lavori in corso, un cantiere verso la libertà” è la performance realizzata con la collaborazione di Spazio A, gruppo spontaneo di artisti/e ravennati, che si propone l’obiettivo di creare un “cortocircuito”, guidando la città in un percorso esperienziale e immersivo, impedendo il passaggio a chiunque vorrà attraversare Piazza del Popolo per le intere giornate del 25 e 26 novembre. “Una vera azione dimostrativa possibile grazie alla partecipazione di quasi 50 tra volontari e volontarie divenuti performer per la causa. Attraverso il filtro della performing art, il cantiere diventa metafora di un sistema basato sulla disparità di genere e, dunque, del cammino fatto di ostacoli e deviazioni che affrontano quotidianamente le donne”, spiega Camilla Berardi di Spazio A.
“Questa città dimostra ancora una volta come per affrontare il tema della violenza di genere si possano utilizzare linguaggi diversi e innovativi. I dati ci mostrano una realtà allarmante: le donne dedicano mediamente 5 ore al giorno alla cura della famiglia e della casa, contro appena un’ora degli uomini. È una disparità inaccettabile che può trasformarsi in una forma subdola di violenza economica e psicologica”, afferma l’assessora Federica Moschini, che aggiunge: “La violenza sulle donne ha tante sfaccettature, può manifestarsi in molti modi, dalla violenza fisica a quella psicologica, da quella economica allo stalking. Solo cogliendo i segnali già al loro nascere le donne potranno con maggiore facilità trovare strade di uscita dalla violenza”.
“Siamo di fronte a una sfida che richiede prima di tutto un profondo cambiamento culturale”, sottolinea il Prefetto Castrese De Rosa. “La cultura viene prima di ogni cosa e deve essere il motore del cambiamento. La violenza è trasversale e proprio per questo può toccare chiunque. Se vogliamo far parte del cambiamento culturale che tutti noi evochiamo dobbiamo conoscerla e saperla riconoscere. Stare vicino alla violenza fa male ed è faticoso e difficile, ma non possiamo restarne distanti, non possiamo girare lo sguardo altrove”.
“Negli ultimi anni è cresciuto il numero di donne lavoratrici e di famiglie con entrambi i partner occupati, rendendo la conciliazione famiglia-lavoro fondamentale per tutti, ma particolarmente per le donne vittime di violenza, spesso sole nella cura dei figli. Le politiche di conciliazione, pur rappresentando un’innovazione sociale, non sempre garantiscono supporto adeguato, specie per chi affronta percorsi di uscita dalla violenza, e l’azione di questi giorni ha proprio questo significato”, spiega la presidente di Linea Rosa Alessandra Bagnara, che conclude: “L’equilibrio tra vita e lavoro è fondamentale nei percorsi di uscita dalla violenza, dove l’autonomia economica e l’autodeterminazione professionale sono tappe cruciali per le donne. E vogliamo ribadirlo con forza: uscire dalla violenza si può, sempre. Insieme possiamo farcela!”